Avrei tante cose da raccontare in quest’anno di silenzio…ma una cosa mi preme postare più delle altre, anche per riprendere la mano sul mio adorato blog. Oggi sulla mia pagina di feisbuc campeggiava un video del grande re elio che con la sua geniale ironia, riassume in due minuti e in poche note tutto quello che si può dire su quest’ultimo simpatico fatto di cronaca che coinvolge il sempre pimpante presidente del consiglio del nostro paese. E quindi, senza aggiungere altro, lo posto qui.

 

Era sabato mattina, mi hanno caricato in macchina assieme a quel cucciolone di mastino napoletano per andare chissà dove. C’era molto sole e faceva un caldo… A un certo punto mi fanno scendere, arrivano due tipi che mi guardano e parlottano fra loro. Mi mettono un collare nuovo, scomodissimo, e Sonia inizia a farmi le foto. Mi metto in posa, non si deve mai sottovalutare un momento di notorietà, non si sa mai. Poi i due tipi mi caricano in macchina, senza nemmeno chiedermene il parere. Mi arriva tanto vento in faccia, ma qualcosa non mi torna e inizio ad agitarmi. Iniziamo un viaggio che ha tutta l’aria di essere lungo.

La tipa accanto al guidatore inizia ad accarezzarmi. Io cerco di darmi un tono il più possibile, devono pensare che sia un duro, di solito si ottiene più rispetto. Resisto, resisto finchè lei non inizia a grattarmi la fossetta in mezzo agli occhi a quel punto non mi tengo più, mi cade la testa, chiudo gli occhi e mi lascio coccolare. Visto che ci sono le do anche un po’ di bacetti. Il viaggio continua e arriviamo in una città piena di strade, persone e palazzi. Mi guardo intorno un po’ stranito, ma quei due continuano ad accarezzarmi e a starmi intorno, alla fine non è male. Arriviamo in un posto, secondo me è la loro cuccia, ma molto più grande della mia. Mi sdraio al fresco e mi metto a dormire.

Da quel momento sono rimasto nella loro cuccia, ho anche superato le mie timidezze e adesso ho tanti nuovi amichetti. Ce n’è una che sembra come me, ha la stessa coda pelosa, le zampe a cui rimangono sempre impigliate le foglie secche e il pelo bianco tutto picchiettato di nero. Ci facciamo un sacco di corse insieme ma poi alle volte lei si mette sulle sue e non vuole più giocare con me. La tipa con cui abito mi dice cose strane, che devo ancora conoscere le femmine, non ho capito bene, che sono ancora piccolo…mah, staremo a vedere…

Nella mia nuova cuccia mi trovo proprio bene, soprattutto quando i due tipi che abitano con me finalmente mi danno retta e si mettono vicino riempiendomi di baci e di carezze. In quei momenti mi sembra di essere così felice da avere voglia di cantare! E’ brutto quando rimango da solo, i pochi minuti in cui succede mi sembrano ore. Piango forte, più forte che posso così magari mi sentono e tornano nella cuccia con me. Piango forte perchè ho paura che mi risucceda qualcosa di cui ho un ricordo confuso, ma che mi pare sia capitata proprio a me. Non voglio più rimanere solo, ma i due tipi con cui abito lo sanno bene…

Artù

artù, setter inglese tricolore

Ma ‘sto feisbuc, alla fine…

manifestazione 30 ottobre 2008

“A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano.”

 

Facebook Party RomaIeri ho fatto la ggiovane e sono andata al Facebook Party.
Ci sono andata in motorino, che fa ancora più gggiovane. Ho fatto la fila assieme a tante persone che su indicazione degli organizzatori accendevano il bluetooth del loro telefonino in attesa di una qualche sorpresa.

C’era davvero un sacco di gggente…Tutti con lo sguardo in su, a cercare di incrociare quell’amico/conoscente aggiunto l’altro giorno. Quello che per tutte altre ragioni dalle tue, conosce tre dei tuoi amici su Facebook…fantastico!

E soprattutto tutti con lo sguardo trepidante, nella speranza di essere il primo tra i suoi amici, a rincontrare qualcuno…i romani si ingarellano spesso per queste cose!

Da quando sono tornata dalle vacanze, Facebook è diventato “una droga a fin di bene”, come ho letto su qualche articolo stamattina. E’ vero, verissimo. Io, per la verità, dall’alto dei miei millemila amici, non ho visto proprio nessuno. Ma ho osservato, e mi sono divertita.
Ah, un saluto particolare va alla coppia con i cappelli da cowboy nero per luil, bianco per lei! Impeccabili.

Ogni tanto in questo blog ci sono riferimenti a volte lontani altre del tutto tangibili del fatto che il calcio faccia parte delle mie settimane e delle mie domeniche.

Ebbene sì! (“E lo rivendico con orgoglio”, come direbbe Daniela/Cortellesi/Santanché…)

Sì. Quando posso vado allo stadio, la domenica (il sabato, il martedì, il mercoledì) guardo le partite in tv, durante il giorno (a volte anche in ufficio…oooops) leggo notizie su internet. Sì. Mi piace e mi diverte. E mi divertono anche le reazioni delle donne e degli uomini a questo mio interesse.

Le donne:

Dopo averti detto che…“magari ci si potrebbe vedere per un caffè/aperitivo/cena domani sera

e avendole tu fatto notare che…”…nnno, non si può fare: ci sarebbe la partita…”,

manifestano tutta la loro spontanea falsità dicendoti “beh, figurati…mica te la voglio far perdere per un caffè…“.

E tu con la coda tra le gambe ti dici che “sì, in effetti la partita di andata degli ottavi di finale di Coppa Italia non posso proprio perderla”.

Gli uomini:

Ti vedono una domenica pomeriggio in qualche salotto fumoso e birroso e ti guardano con l’espressione “forte questa, almeno non rompe quando uno vuole vedere la partita!“.

Allora tu prendi coraggio e, dopo esserti documentata – se necessario anche la notte – su gli ultimi sviluppi dell’infortunio al tendine rotuleo del tal giocatore, intervieni in una delle settemila discussioni calcistiche che i maschi fanno nel corso di una serata.

Il tuo intervento, seppur ben presentato, cade nel vuoto. E così anche i due, umilianti, richiami. E allora sia, ascolti per imparare.

Poi passano i mesi, e arriva la stagione del fantacalcio. “Mmmmmmh, quest’anno vorrei proprio giocare con loro…”

E così ti fai avanti, sei anche disposta a recitare a memoria l’intero regolamento pur di poter entrare a far parte di quell’Olimpo. I maschi ridacchiano, si divertono davanti e dietro le tue spalle. Ti fanno qualche domanda, ad esempio: “quanti punti in meno prende un portiere se non para un rigore?

E tu lo sai e lo gridi: “Tre!”

Ma il tuo destino è già scritto. E’ fatto di due lettere: la prima è N e la seconda…O.

E tu pesti i piedi, strilli (tanto qualcosa della donnetta isterica potrai pure permettertela!), protesti. Niente. Ora va bene vedere le partite insieme, magari anche andare allo stadio però, come si dice dalle mie parti, mò nun s’allargamo..!